martedì 6 dicembre 2011

Angeli e Demoni





Continuo a leggere di tutto, ma sempre meno i giornali titolati, che come le tv nazionali e nazionaliste, ormai non propongono niente che non sia compreso in un'offerta speciale: un prodotto non granché, dove il prezzo è buono.

Preferisco leggere quello che ognuno di noi produce, o perché scrive di suo pugno o perché riporta qualcosa che avrebbe voluto o dovuto scrivere.
C'è impegno ed un discreto ordine tra i detrattori di Monti, omertà ed eleganza dai sostenitori.
Quello che penso della vicenda non ho bisogno di ribadirlo qui, da che parte sto non lo devo ripetere e neanche devo ancora fare i complimenti a chi si sta battendo affinché la realtà passi sotto gli occhi di tutti, ma piuttosto devo inebetirmi a guardare come una fetta consistente della popolazione, di cui condivido la cittadinanza, sia serena e guardi al futuro con fiducia.
E' inquietante, chissà Fellini che cosa ci farebbe con un soggetto simile.
Fiducia. Ne avevo accennato in un post di iD (impopolari Democratici) la pagina del mio sPartito su facebook, quando cercavo di sapere perché si dovesse averne.
Nessuno mi ha dato una risposta, ed io non so darmene una che mi faccia stare sereno.
Quando si ha fiducia, tecnicamente, è perché si confida che una data cosa vada a nostro vantaggio mentre aspettiamo che accada. Per esempio, si può avere fiducia che un figlio superi un esame perché ha studiato ed è intelligente, o di risolvere un problema che ci affligge perché abbiamo quello che ci serve per affrontarlo, insomma si può avere fiducia per tutto quello che ragionevolmente possiamo controllare o o su cui possiamo incidere con i nostri comportamenti. Se, invece, vogliamo sapere se ci sarà un'altra vita dopo la morte si chiamerà fede, e se domenica sarà una bella giornata si chiamerà culo.
Tutte e tre queste situazioni non devono mancare di speranza, un altro elemento che è il fondamento di qualsiasi previsione, perché le variabili in gioco non sono mai tutte prevedibili e controllabili, come si dice, sicura è soltanto la morte, ma finché c'è vita c'è speranza.
Mi viene da pensare che tutti quei saggi ed eleganti miei concittadini intellettuali e non, che confidano in questo momento nella risoluzione dei nostri problemi, credano di appartenere, indifferentemente, a tutte e tre le categorie che ho appena elencato, ma non ti sanno spiegare quale.
Per la categoria della fiducia, sono un po' approssimativi, perché non c'è uno straccio di prova o di argomentazione per sostenerne il perché: hanno fiducia, per esempio, in Monti, ma non sanno perché; vogliono bene a Napolitano, ma non lo conoscono personalmente; pensano che non sia possibile una depressione come o peggio di quella del '29, perché... non lo sanno.
Potrebbe essere una questione di fede allora, per loro, cioè non sanno come e perché, ma confidano in un essere superiore che lo sa, tipo un loro rappresentante politico, che dai tratti somatici e da come porta la camicia non può non essere preparato e non può non sapere quello che loro non sanno.
Oppure, infine, vanno a culo.
Cioè, non potendo e non volendo documentarsi, non potendo e non volendo ricusare idee e personaggi che gliele hanno fornite, decidono di giocare d'azzardo, come al superenalotto.
Ma il problema è che in quello che sta accadendo non ci sono probabilità vincenti, ed allora la speranza in un azzardo senza probabilità, li fa tornare dalle parti della fede.
E finalmente possono spegnere la luce ed andare a dormire, pensando a tutti quelli che non hanno capito niente di come funziona l'esistenza.
Che saremmo noi. Catastrofisti, esagitati, rissosi, gloriose teste di cazzo, che invece crediamo che la fede debba essere riservata a Dio (se c'è), come unico dogma riconosciuto e riconoscibile, che il culo non ci appartiene, altrimenti non saremmo qui, e che la fiducia è un bene prezioso che non può essere regalato a chiunque.
Che lotta è questa? Anche il buon senso si è seduto in qualche scranno di schieramento?
A nulla vale che Standard e Poors si svegli ogni mattina, dicendo quante A ci dà per quello che stiamo facendo e per come ci stiamo comportando?
Non importa che la nostra libertà e la nostra democrazia sia scandita dal rating? E' questo che tiene viva la vostra speranza?
Ci vuole una laurea in economia per comprendere che se uno ti presta dei soldi, poi li rivuole indietro con gli interessi e li rivuole tutti?
Che l'Italia ha chiesto soldi che non ha fatto fruttare e che quindi adesso dobbiamo darglieli noi, e che se abbiamo avuto 100 è esattamente quello che dobbiamo restituire?
E che i soldi del nostro debito pubblico da qualche parte devono pur essere, ma siccome non li trovano, li vengono a chiedere agli unici che non hanno nascosto quel poco che hanno?
E che, per quanto possiamo darglieli noi, non potremo mai dargli anche quello che hanno preso gli altri?
E che, a questo punto, non resterà che vendere i beni dello Stato?
E che questo succederebbe, pari pari, a casa vostra se aveste chiesto un prestito a qualsiasi banca che di colpo vi chiede il rientro?
Possibile che nella vostra serena esistenza non abbiate mai avuto un problema simile, o almeno l'astrazione per comprenderlo?
Bene, e adesso, a sorpresa, vi dirò che Monti non può fare altro che quello che sta facendo. Che racimolerà quello che serve per pareggiare i conti, per fare in modo, cioè, di riportare in equilibrio gli interessi che paghiamo sul debito con quelli che ricaviamo dalla crescita: se cresciamo il 3% non possiamo pagare il 7%, falliremmo.
Racimolerà dal nostro barile, pagheremo l'IMU, non la pagheranno il Vaticano, i sindacati, ed i pezzi di merda, pareggeremo, ma la nostra crescita diminuirà, passerà, per esempio al 2%, e ci sarà di nuovo un buco da colmare, Monti si morderà la coda. E quando tutto sarà finito, anzi quando tutti saranno finiti, andrà in pensione, a riposarsi.
Dicevo anche che per arginare questi delinquenti bisognerebbe essere maniacali come loro, non farci mai superare nell'impegno, ed invece parliamo oggi di un problema che affrontare vent'anni fa era già tardi.
Vi racconterò che ci sono voluti 250 anni per ottenere quello che in poco tempo ci siamo fatti portare via, e poi ne riparleremo.
Intanto, non perdete la speranza, sia quelli che state con noi, sia quelli che non ci state.

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