di Mario Polidori su: www.spaziotennis.com
Non
tutti sono abituati ad incontrare due personaggi come Venus e Serena Williams,
farlo a Milano sembrava ancora più incredibile. Ma sarebbe avvenuto, era
promesso, e c’era da crederci, anche se, fino all’ultimo, abbiamo temuto di non
vederle, un po’ come quei concerti importanti che saltano per indisposizione
dell’artista, esattamente il giorno prima. Siamo abituati così, per quanto
cittadini del mondo, conserviamo quella disillusione paesana che ci consente di
goderci casa nostra al meglio.
Venerdì
ore 16 conferenza stampa presso la sala della Gazzetta dello Sport di via
Balzan 3 a Milano, l’evento muove il primo passo, almeno per noi accreditati.
Prime file riservate ai pezzi grossi della stampa, della tv e della Regione.
Noi siamo in fondo, siamo di frontiera, il tappeto rosa che porta alle
poltroncine dei protagonisti non può essere calpestato. Soltanto dopo che
l’hanno fatto “loro”, ci dicono.
Intanto
che aspettiamo, diamo un’occhiata alla cartella stampa, tanto di quel materiale
che potremmo tranquillamente tornare a casa e fare il pezzo, senza chiedere
altro. Il meccanismo degli accrediti è fantastico, il servizio d’ordine pure,
la coreografia impareggiabile, vale la pena di restare. Le poltrone sono
comode. Tutti molto eleganti, di gomma non ci sono soltanto le palline nei
cestini dello sponsor. Tutto esaurito anche qui.
Alle
16:10 eccole, entrano Flavia e Francesca, raggiungono le poltroncine, ma prima
di sedersi guardano il video clip in loro onore, dove assistono alle loro gesta
con la stessa meraviglia con la quale assistiamo noi, segno di un senso comune
che non si pensa mai possano avere anche i grandi. Sorrisi e saluti da qualche
addetto già noto, in un’atmosfera del tutto semplice e familiare. M quando
entrano Venus e Serena, tutto cambia, si diventa tutti pacatamente
internazionali.
Le
sorelle d’America sono due statue di marmo nero di una bellezza impressionante,
elegantissime. Sono gigantesche, se fosse un incontro di boxe non ci sarebbe
partita, sarebbe da telefono azzurro, a vedere le nostre. Ma è tennis, uno
sport davvero straordinario, dove anche uno strapotere fisico così evidente può
essere cancellato, la forza non sta in quello.
Quattro
bambine, tutto sommato, sul tetto del mondo, perché sono state brave a trovare
un modo per vincere, ognuna alla sua maniera.
Domande
di rito, plausi necessari, e ringraziamenti allo staff: come ti senti, cosa
vuoi vincere, quanto vuoi vincere, ma quando chiedono alle “sisters” se Milano
è piaciuta e se tifano per il Milan o l’Inter, proviamo in molti un leggero
senso di imbarazzo. Una cosa carina è venuta fuori quando Flavia ha chiesto a
Francesca quanto fosse soddisfatta di questa loro avventura: “Per niente,
perché tu non volevi giocare con me!.” le è stato, simpaticamente, risposto, e
quando è stato fatto cenno all’intesa, Francesca ha aggiunto: “Per le Williams
è più facile, loro sono sorelle, io e Flavia no, e più difficile condividere
gioie e dolori”:
Bene,
mi sembra, come anticipo. Non ci resta che assistere allo spettacolo, il giorno
dopo, alle 15:30 al Mediolanum Forum di Assago.
Cornice
delle grandi occasioni, Milano onora l’evento come sa fare. Sforzo non da poco
portare le sorelle terribili in Italia. Il Forum non ha più posti disponibili,
organizzazione ineccepibile. Tutto perfetto, tranne due insegnanti che hanno
portato via le chiavi degli spogliatoi 155 e 156 ed i bambini non sanno dove
farla. Velocemente risolto.
Serena
e Venus senza i tacchi del giorno prima, sembrano più umane, le nostre i tacchi
non li avevano già, recuperano, ma restano comunque le sorelline più piccole.
Il programma è: due singolari, un doppio, due singolari, con intermezzo di
Zvone Boban vs Omar Camporese, che da fermo riuscirebbe ancora oggi a far fuori
qualcuno di titolato.
Il
campo per le quattro ragazze dice che sono tutte abbastanza in forma, Francesca
però svetta, nella sua Milano, la sua forma è davvero impressionante. I match,
due tie-break su tre, dicono poco, più che altro confermano la caratteristiche
delle giocatrici e la loro voglia di esserci ancora. Vince l’Italia per 3 a 2:
perde Flavia contro Serena, vince Francesca contro Venus (e qui davvero
d’autorità), vincono il doppio le americane, vince Flavia contro Venus, e vince
Francesca contro Serena l’ultimo e decisivo match.
Io
sono stato bene, soprattutto perché intanto che mi godevo lo spettacolo,
assolutamente da non perdere, pensavo all’articolo ed ai suoi lettori, molti
dei quali sono stati compagni di avventura nel seguire le nostre figlie nella
scalata alla vetta del mondo.
Guardando
quei due colossi, contro Francesca, soprattutto, ma anche contro Flavia, che
non è un gigante neanche lei, mi è venuto in mente chi ha dato fiducia alle
nostre due, e chi gliene darebbe.
Ti
capita a scuola un colosso, che te ne fai di una Francesca che peserà sì e no
50 chili?
Scartiamo,
scartiamo, che il tennis del futuro sarà appannaggio degli androidi.
Il
presente è già così, davanti a me ho due androidi e due da scartare
assolutamente, peccato che quest’ultime sono in grado di tenere tranquillamente
testa alle prime.
Testa,
appunto, quanto amo questo sport e quanto vi sono grato per avermi fatto vivere
un’esperienza così appagante.
Nessun commento:
Posta un commento