venerdì 9 dicembre 2011

(14) The Big Fuck (la grande inculata), le cose che NON dovete sapere.








Per quella che viene chiamata " La Gallina dalle uova d'oro" espressione usata da P.Barnard nel suo osteggiato "Il Più Grande Crimine", occorre fare qualche precisazione.

Avevamo detto che prima del 1971, quando una decisione unilaterale del Presidente degli Stati Uniti R.Nixon ne ha sancito la fine, la moneta era convertibile, cioè la sua emissione e disponibilità dipendeva dalla quantità di oro, fino al '44, o di dollari, fino appunto al '71, di cui uno Stato disponeva.
Questo significava che il denaro circolante in uno Stato doveva essere corrispondente in valore, all'oro o ai dollari posseduti dallo stesso.
Quando la convertibilità fu tolta, senza scomodare gli Illuministi, ogni Stato sovrano è stato messo nelle condizioni di emettere moneta per i propri scopi, tecnicamente senza limitazioni.
L'unica era l'inflazione, di cui parleremo meglio in seguito, che però veniva compensata dall'aumento di produzione che quello Stato poteva permettersi con maggiori investimenti, resi possibili dalla disponibilità illimitata di denaro.
Un modo per sfruttare a fondo tutte le risorse del territorio e renderle produttive.
Di fatto, era così per noi fino al 2002, ed è rimasto così per chi ha ancora la sua moneta.
La non limitazione di spesa era un effetto diretto del non dover far più equivalere ad un valore, come l'oro, la moneta emessa. Si poteva farla equivalere al valore delle totale delle risorse del Paese.
Ecco perché questa possibilità viene chiamata "la Gallina dalle Uova d'Oro".
Ma lo sviluppo che poteva derivarne, e cioè una maggiore ricchezza per i cittadini e per il Paese, non era in linea con gli interessi di chi, al contrario, avrebbe potuto fare sue quelle ricchezze.
E' chiaro che il Potere non "poteva" permetterlo, per cui bisogna ottenere la povertà, non la ricchezza per i cittadini, diventava più facile, anzi facilissimo, governarli.
Come dice Joseph Halevi, economista: "...la deflazione, la disoccupazione e i lavoretti precari, rendono impotenti..."
La cosa migliore da fare, a questo punto, era:



1) Il potere di spesa sovrana degli Stati doveva essere distrutto, assieme alla loro facoltà di usare tale potere per fini sociali e per dar forza alla cittadinanza. Parola d’ordine: distruggere la Spesa a Deficit Positiva.
2) Anche la sovranità legislativa degli Stati doveva essere limitata, per evitare che essi cementassero in leggi inattaccabili la Spesa a Deficit Positiva per il beneficio dei cittadini.
3) Gli stessi cittadini dovevano essere messi da parte, resi apatici ed incapaci di opporsi al potere, e ancor meno di capire le potenzialità sociali della Spesa a Deficit Positiva dei loro Stati sovrani.
4) In ultimo, dalle ceneri di intere nazioni disabilitate dal successo del loro piano, le elite avrebbero ricavato non solo il controllo della fetta maggiore della ricchezza mondiale, ma anche super profitti in finanza ed export.

In altre parole: alla Gallina bisognava tirarle il collo.
E così accadde.

Un estratto.

"...le idee.



...Sono le idee che permettono l’ottenimento del potere, in questo caso la sua riconquista. Le elite si armarono dunque di una serie di idee sofisticate. Forse non vi sarà chiaro da subito, ma i concetti che seguono stanno alla radice di ogni singolo male sociale ed economico che ci affligge da almeno quarant’anni. Le più rilevanti fra queste idee furono:
IL DENARO NON DOVREBBE FIGURARE COME STRUMENTO CENTRALE PER IL FUNZIONAMENTO DELLE ECONOMIE.
Presero in prestito questo dogma dal lavoro degli economisti Neoclassici, quelli che sostenevano che il Mercato avrebbe sempre fornito l’equilibrio perfetto di domanda e offerta di beni, e che avrebbe perciò sempre stabilito il prezzo giusto per ogni cosa. Il denaro non figurava nel loro modello. Ma notate che anche qualcos’altro non figura in questo modello: lo Stato e il suo potere di gestire una politica monetaria. Non per nulla. Era il sogno delle elite: lo Stato tolto di mezzo, e il loro Mercato come governo supremo di tutta la vita economica.
Spinsero questa idea al punto da creare uno stereotipo che definì gli Stati, o più precisamente i governi, come qualcosa di ingombrante piantato nel mezzo di una macchina perfettamente funzionante che avrebbe beneficato tutti:  il Mercato. E’ da ciò che l’attuale mantra di ridurre le 
dimensioni dei governi prese origine, per essere poi raccolto da altri lungo la via. Gli accademici che prestarono queste idee alle elite furono: Dennis H. Robertson, Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn e i pensatori politici Neoliberisti in generale.
Un’altra idea che le elite adottarono con vigore fu che:
I RISPARMI DEVONO SEMPRE VENIRE PRIMA DEGLI INVESTIMENTI, E MAI VICE VERSA.
Il padre di questa regola fu l’economista inglese David Ricardo. Tradotta in pensiero moderno, essa fornì il razionale per l’attacco delle elite contro la spesa dello Stato per il beneficio dei cittadini. Infatti esse argomentarono che:
IL BILANCIO DEGLI STATI E’ PROPRIO COME QUELLO DELLE FAMIGLIE, E, PROPRIO COME FANNO LE FAMIGLIE SAGGE, ANCHE GLI STATI DEVONO GUADAGNARE DI PIU’ DI QUELLO CHE SPENDONO. DOVRANNO SEMPRE PRIMA GUADAGNARE (RISPARMIARE), E SOLO DOPO SPENDERE (INVESTIRE).
Questo semplice teorema economico è dotato di una straordinaria efficacia perché è logico e ha convinto tutti, dal pubblico ai politici. Peccato che fosse tutto sbagliato, specialmente da un punto di vista contabile: una famiglia deve risparmiare più di quanto spende semplicemente perché non può creare il proprio denaro; lo deve guadagnare o prendere in prestito, e dunque sarà meglio che la famiglie metta da parte un gruzzolo prima di spendere e che non si indebiti troppo. Ma uno Stato a moneta sovrana non ha nessuno di questi problemi, esso crea il proprio denaro dal nulla e in realtà deve spendere più di quanto incassi tassando se vuole arricchire i cittadini e le aziende, come già spiegato prima. Eppure nonostante questa verità contabile, il mito che “lo Stato è come una famiglia” si sparse come un virus. Ecco come nacque il mantra di dover sempre pareggiare i bilanci, di mai spendere a deficit, di tagliare la spesa dello Stato. Ecco come è nata l’odierna Isteria da Deficit, e naturalmente tutto ciò ha giocato a favore delle elite poiché paralizzò intellettualmente i governi e gli impedì di spendere a deficit tanto quanto necessario per arricchire e tutelare il pubblico.
E se a questi paradigmi aggiungiamo l’odierna falsificazione su cosa siano le tasse, le cose
peggiorano ulteriormente..."

fonte: Il più Grande Crimine di Paolo Barnard; adattamento di Mario Polidori





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