lunedì 5 dicembre 2011

(12) The Big Fuck (la grande inculata), le cose che NON dovete sapere.




Prima di arrivare al clou della narrazione, mi serve precisare un paio di ultime cose. Credo sia utile.
Dunque.
In uno Stato forte, come l'abbiamo disegnato in questo lavoro, il settore privato sarà costretto a rispettare alcune regole fondamentali.

Per prima cosa dovrà assumere personale proveniente dalla formazione statale, esperto e specializzato piuttosto che come avviene adesso, senza curricula decenti e senza formazione adeguata.
Per seconda dovrà adeguare gli stipendi, altrimenti, per la legge del libero mercato, perderebbe tutta la forza lavoro a favore di impieghi statali o comunque farebbe evidente disparità, che non gioverebbe alla produzione.
Lo Stato potrebbe essere l'ammortizzatore che evita la disoccupazione senza quella che oggi è considerata "elemosina" a chi è senza lavoro.
In più ci sarebbe collaborazione tra Stato e settore privato per permettere a quest'ultimo di rimanere competitivo sui mercati, senza affamare la gente.
Infine, si potrebbero creare lavoro in una serie di settori di grande utilità sociale ed ambientale.

Il World Economic Forum stila ogni anno una classifica delle nazioni più appetibili per gli investimenti, pubblicando il voto nei Global Competitiveness Reports.
Potreste verificare che per anni, fino alla catastrofe euro, il miglior Paese è stato la Finlandia, dove, non a caso, la protezione dello Stato è la più forte del mondo.
Nella top 10 ci sono ancora oggi 5 nazioni scandinave, che hanno le stesse caratteristiche della Finlandia.
Nonostante quelli del World Economic Forum non siano degli stinchi di santo, ammettono che dove si lavora e si sta bene, anche chi investe ci guadagna, i suoi investimenti danno maggiori garanzie.
Molte più di quelle nazioni che affamano la propria gente: la Cina, l'anno scorso, era al 29° posto, con il suo lavoro da schiavi.
Pertanto, la piena occupazione porterà con sé anche la presenza di investimenti che aumenteranno ulteriormente la ricchezza di quel Paese.

Le obiezioni fatte a tutto ciò dalle elite finanziarie sono:
1) un governo non può permettersi un simile esborso;
2) pericolo di inflazione per dare le migliori condizioni economiche dei lavoratori, che porteranno a spendere di più, immettendo molto denaro in giro;
3) i Paesi dovranno indebitarsi in dollari perché i lavoratori più ricchi vorranno acquistare prodotti stranieri: auto, cellulari e via dicendo.

Le prime due non sono vere per tutto quello che ci siamo detti finora.
La terza potrebbe succedere, ma basterà comprare dollari con la propria moneta, che stamperà, in quantità necessaria a finanziare l'aumento di spesa, indebitandosi così con se stesso e non con la trappola micidiale classica del prestito in dollari.
E' vero che c'è il rischio di svalutare la propria moneta in questi casi, ma è sempre meglio che farsi strozzare da chi li presta, il Fondo Monetario Internazionale, che come è noto, diventerà il padrone di quello Stato, che diventerà in breve Terzo Mondo.

In conclusione, che logica è dire che è meglio per uno Stato mantenere disoccupazione e disperati, per non rischiare un indebitamento estero o una svalutazione della moneta?

La maggiore ricchezza dei cittadini, l'aumento dei redditi porta ad un aumento delle importazioni
Chi importa molto ed esporta poco spende più moneta all'estero di quanta ne incassi, e come succede in casa quando la spesa super la produzione, la moneta si svaluta.
Il nostro è un Paese che non ha risorse minerarie ed energia, quelle sono le cose che acquistiamo e per le quali dobbiamo portare in pari il bilancio.
Anche la scommessa sull'Energia l'abbiamo persa e potevamo gestirla diversamente, anche quella 'NON DOBBIAMO AVERLA'.
Per il resto, vale la pena di affamare tutti per mantenere una valuta forte e dare la possibilità soltanto ai ricchi di comprare ciò che vogliono, quando e dove vogliono?
Mandare i figli a studiare nelle migliori scuole all'estero spendendo meno grazie alla valuta più forte, mentre le nostre esportazioni collassano?

Potremmo rispondere con con la maggiore occupazione e crescita potremmo produrci in casa una serie di prodotti che oggi importiamo, con meno spesa sia in casa che fuori. Il Paese attirerà così maggiori investimenti in monete forti che diminuiranno la nostra necessità di usare la nostra moneta per le importazioni.

Insomma, l'opposizione alla piena occupazione è ideologica non pratica, non giustificata da reali danni che avrebbe provocato. Lo sciagurato ideologo che sostenne che era meglio avere disoccupazione e bassi stipendi che inflazione era Milton Freedman, negli anni '60.
In realtà era soltanto un gioco di interessi non la verità.
La verità è che la fame abbassa il PIL, produce piaghe come il crimine, la violenza, le droghe, l'alcol, che poi costano miliardi alla comunità.

Le crescite economiche secondo modelli privatistici, secondo la legge del 'MERCATO' , non hanno mai ridotto la disoccupazione, possono soltanto aumentarla.
Purtroppo per noi, i disoccupati, i poveri, i delinquenti: "...dovevano esistere, perché faceva comodo a pochi, e non perché non se ne poteva fare a meno!..." (cit.)

Ci siamo. Nel numero 13 entreremo nel vivo.


fonte: Il più Grande Crimine di Paolo Barnard; adattamento di Mario Polidori

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