lunedì 31 ottobre 2011

Lettera aperta a Silvio Berlusconi.



di Mario Polidori

Gentile Presidente,
Nessuna delle case ricche è nata così. Siamo partiti tutti dallo stesso punto, poi qualcuno è riuscito a farcela, altri meno ed altri per niente. E molti di quelli che ce l’hanno l’ha fatta sono orgogliosi possessori di una coperta di pizzo a tombolo, acquistata da un avo per la dote della figlia e proveniente perciò da una qualche nonna o bisnonna.
Un oggetto sacro, di valore inestimabile, non tanto per il prezzo in sé, che è comunque di tutto rispetto, ma per ciò che rappresenta: generazioni di femmine di famiglia che potrebbero sfoggiarla forse alla prima notte di nozze, la notte della deflorazione agognata!
Già ai tempi sembrava eccessivo, si poteva trombare anche senza spendere tutti quei soldi, ma adesso? Adesso la deflorazione non è più agognata, il rito assume contorni profondamente diversi ed il pizzo a tombolo rompe decisamente le palle, ci si incastrano le dita dei piedi.
Perciò da sacro oggetto e diventato una sacra reliquia, custodito gelosamente, non senza spese di mantenimento e manutenzione, cassettiera e naftalina e varie, affascinante come la tela di Penelope, ma Ulisse è a casa, misteriosa come la Sindone, alla quale invidia l’ostensione pubblica a pagamento.
Che roba straordinaria!
Poi c’è il prezzo. Cifre da capogiro, ostentate con ghigno, assolutamente improbabili, perché ormai si parla di stime, non di prezzo standard realizzabile, cifre che per questo difficilmente qualcuno ti darà mai.
Ma vuoi che non si trovi qualcuno su e-bay che non faccia carte false per aggiudicarsi l’asta? Qualche nuovo ricco che ha bisogno di comprare il passato che non ha avuto?
Il pizzo a tombolo lo fanno ancora oggi, si può tranquillamente acquistare da un artigiano, ma non è la stessa cosa, perché se è nuovo non ha lo stesso valore, perde la sua qualità di status, il suo valore va quasi a zero, se lo trovo su e-bay, venduto da qualche discendente degenere, ha invece il valore del tempo, che significa che possiamo spacciarci per ricchi da generazioni e questo è lo status che ci serve.
Non è un problema da poco, perché i nuovi ricchi anche se hanno più soldi non hanno un passato nobile.
Come Lei Presidente, ha fatto in una generazione quello che altri hanno fatto in sette, ha tutto quello che si potrebbe desiderare ed anche tutto quello che non ce ne può fregare di meno, ma resta sempre un cantante da piano bar, per il quale, per di più, dimostra poco rispetto, nella sua lotta alla ricerca delle sette generazioni che Le mancano.
Gli Agnelli sono una famiglia ricca, la sua no­, la sua l’ha dovuta comprare e non ha neanche fatto un buon affare. Gli Agnelli avranno moltissime coperte di pizzo a tombolo, con almeno centocinquant’anni di età, risalgono all’unità d’Italia, le sue no Presidente, questo ci spiega il perché Lei sia così avido e rompicoglioni.
Ci basterebbe regalarLe la prima coperta mai realizzata e concederLe la possibilità di potersi vantare di un passato che non ha perché si tolga dalle palle. Sia chiaro, non è un fatto politico, non ci interessa, è una questione puramente sociopatologica, avrebbe preferito fare il Re, ma non c’erano più posti disponibili, è arrivato troppo tardi, e l’unica cosa che Le era rimasta possibile era buttarsi in politica per diventare il Grande Capo di questa nostra scalcinata tribù.
Se proprio devo dirlo, credo che tutti dobbiamo almeno riconoscerLe il grande merito di aver messo in luce tutta la pochezza della nostra classe politica e non credo che ci sia nessuno che davvero può fargli la morale, non c’è nessun politico che abbia il valore e lo spessore che questa parola richiede.
Lei, Presidente, ci dà la misura, ogni giorno, con una leggiadria e scaltrezza senza pari, di come siamo messi, Lei è la realtà che non vorremmo vedere e chissà poi per quale motivo.
E tutto perché non aveva una coperta di pizzo a tombolo sufficientemente antica.
Ma le meraviglie racchiuse in una reliquia del genere non sono soltanto nei viaggi alla sua ricerca, bensì nei viaggi che potresti fare se te ne sbarazzi, perché recuperi il senso comune.
Ecco come un’ossessiva ricerca può segnare il destino di un popolo, prevaricazioni, egoismi, leggi della giungla, uomini lupi di altri uomini, fini che giustificano i mezzi, cose che così fan tutti, stragi senza colpevoli, omicidi e populismi e terrorismi, una spirale, un baratro di ottundimento, di rifiuto totale della conoscenza, del sapere di cui dicevamo.
Con il tempo ci si assicura il prezzo vendendo il valore e la possibilità di non progredire, di rimanere in quel punto dell’evoluzione che ci sembra già abbastanza divertente, tanto dobbiamo morire che ci frega del futuro?
Ma che altro viaggio sarebbe possibile per tutti noi se Le regalassimo la coperta di pizzo a tombolo che ci ha lasciato la trisnonna?
La salutiamo, Presidente, non dimentichi mai che il suo successo è dovuto alla totale assenza non soltanto di un avversario politico degno di questo titolo, ma dalla totale assenza della politica in senso generale. Se fosse stato per Lei, per le Sue capacità specifiche non ce l'avrebbe mai fatta. Poveri si nasce, non si diventa.
Ineluttabilmente vostri.
Gli Italiani

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