Dicevamo
che oggi le maggiori monete non sono più convertibili in oro o altro, e allora
che valore hanno? Nessuno. Valgono la carta o il metallo di cui sono fatte.
Valgono
per noi soltanto perché il nostro Stato le riconosce valide in pagamento, per
esempio, delle tasse.
Lo
stato accetta in pagamento soltanto la sua moneta e le Banche che l'hanno
emessa, creata dal nulla, la riconoscono valida quando gli torna come pagamento
dai cittadini.
Senza
il riconoscimento sarebbe carta straccia, ben altra cosa sarebbe l'oro.
E'
chiaro, però, che se non ci fosse questo sistema, nessuno lavorerebbe per lo
Stato, i privati potrebbero inventarsi un'altra moneta e promettere maggiori
vantaggi e profitti ai cittadini e lo Stato non esisterebbe più.
In
stile feudale, nascerebbero Stati privati con ognuno la sua moneta.
Questo
sistema, replicato all'infinito, ci getterebbe nel caos.
Stabilito,
perciò, il valore del denaro, capiremo meglio che chi lo maneggia, cioè le
banche commerciali, quelle a cui siamo maggiormente abituati a concedere il
nostro denaro in deposito, non sono ricchissime, e neanche ricche. Proprio
perché la carta ed il metallo non hanno valore, e le cifre sono soltanto numeri
su un computer.
Nel
mondo degli affari una banca commerciale non è un grande investimento, c'è di
meglio per far fruttare i propri soldi.
Infatti,
alla base della crisi finanziaria del 2008-2010, ci sono tutte quelle banche
commerciali che hanno cercato di trasformarsi in banche d'investimento, facendo
poi giochetti speculativi molto pericolosi. Volevano uscire dal poco dei conti
correnti, dei mutui, del piccolo risparmio, per giocare in serie A, dove i
profitti sono di ben altra natura. Ed anche i clienti.
Perciò
le banche moderne non sono quelle dei tempi del grande West, con il caveau pieno
di banconote oppure oro, a rischio di rapina. Oggi hanno in cassa il minimo
necessario per gli scambi quotidiani, i contanti esistono soltanto quando li
andiamo a ritirare allo sportello.
E'
la Banca Centrale che lo spedisce a richiesta, è lei che emette le banconote,
garantendo la quantità necessaria. Quando noi lo riportiamo in banca per
versarlo, verrà spedito alla Banca Centrale che lo distruggerà, accreditando
elettronicamente le riserve alla banca.
Lo
distrugge perché costa meno rifarlo che stivarlo, senza neanche contare i
rischi connessi ad un caveau pieno di banconote.
In
conclusione, il denaro è sempre gestito dalle Banche Centrali, producono,
distruggono, addebitano, accreditano, le banche commerciali si sostengono con
gli interessi, impegnando le riserve, ma solo elettronicamente.
(continua...)
fonte: Il più Grande Crimine di Paolo Barnard; adattamento di Mario Polidori
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