di Mario Polidori
Credere, a seconda del colore delle giubbe, di essere in buone mani o è da ingenui e ignoranti o è da complici collusi.
Mi fanno ridere quelli che davano addosso a Berlusconi e non a Prodi, come quelli che davano addosso a Prodi e non a Berlusconi.
Mi fanno ridere quelli che parlano del Duce o di Stalin senza sapere una virgola di questi due personaggi.
Mi fanno ridere quelli che tifano per una squadra e non possono, per fede, riconoscere la bontà di un'altra.
Mi fanno ridere quelli che credono che l'Italia sia stata rovinata dagli uni e non dagli altri o viceversa.
Mi fanno ridere quelli che non sanno neanche che cosa gli è realmente successo negli ultimi 60 anni, che sono anche i primi e gli unici di democrazia.
Mi fanno ridere quelli che credono che Monti anche se sta facendo quello che si stava già facendo, con in più ICI e IVA al 23% che daranno un altra spallata all'ormai fragile muro della nostra esistenza, pensano che almeno lui i soldi li userà per noi e non per andare a puttane.
Mi fanno ridere quelli che credono che la gente che conta ed è capace possa provenire da una società malata come la nostra, come il mondo intero.
Mi fanno ridere gli ottimisti ed i pessimisti, posizioni che si possono sempre prendere con facilità.
Mi fanno ridere gli amici ed anche i nemici, nemmeno loro sono più quelli di una volta.
Mi fanno ridere gli intellettuali, quelli che tanti ascoltano, nessuno dei quali è veramente libero.
Soltanto ad uno, che non cito, gli ho sentito dire che i politici, tutti, devono andare fuori dai coglioni, e che l'evoluzione della società non può esserci senza l'evoluzione del pensiero. Sacrosanto, si tratta, infatti, di un intellettuale libero.
Mi fanno ridere quelli che credono nell'informazione, come se fosse libera, come se chi scrive lo faccia soltanto per un ideale e non per status, stipendio e potere.
Mi fanno ridere tutti quelli che mi fanno ridere, perché se sono malridotti è soltanto perché non c'è mai stato modo di far governare la gente perbene, che credono si trovi tra le fila di chi milita in questa nostra politica.
Credo che l'unica nostra vera necessità e di avere sempre pronto qualcuno con cui prendercela, chi Prodi, chi Berlusconi, chi Monti, chi Bush, chi Obama.
Si tratta di fantocci, ad uso e consumo delle folle e di chi muove il denaro.
Forse la prima evoluzione è smettere di pensare che in democrazia esistano i colori, la democrazia non si costruisce battibeccando su questioni che ormai appartengono al passato.
Le ideologie non ci sono più, gli Stati non si muovono più su quel terreno, la questione oggi è sempre più soltanto economica, al punto che mentre noi litighiamo alla riunione del condominio Italia, il nostro parlamento non esiste più, il nostro bilancio non esiste più.
Cosa dobbiamo fare, ed il ritmo al quale dobbiamo farlo, ce lo dice la BCE.
Questo è un dato di fatto, che non ha colori.
Ha il colore della BCE, il colore dei soldi.
In conclusione, che male c'è a chiedere lumi, ad avere un resoconto su questa questione, potrebbe andar bene a tutti, dovrebbe andar bene a tutti.
Conoscere la verità, sapere se ci stanno truffando, cos'è? Una scelta ideologica?
Non credo proprio.
Peccato che nessuno ce la dirà mai la verità, non sono un ingenuo, ma mi fa paura il fatto che nessuno voglia saperla, chiederla.
E questo non mi fa ridere per niente.
Del partito della verità dovremmo far parte tutti, mi sembra. Se la chiedessimo tutti, solo per un momento, dimenticandoci quanto ci hanno fregato con le ideologie, quanto ci hanno fottuto il cervello mettendoci tutti contro tutti, quello che un tempo di chiamava "dividi et impera", a quel punto sarebbero costretti a dirla.
Mi sbaglierò, ma resto convinto che non sia così difficile metterli alle strette, soprattutto avendo a disposizione la rete.
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