Eravamo rimasti al fatto che lo Stato spende e paga titoli senza mai tirare fuori un soldo.
Si tratta del secondo motivo per cui il debito di uno Stato a moneta sovrana non è mai un vero debito, perché non è mai ripagato, in realtà.
Nessun governo lo fa, chi ci ha provato ha fatto soltanto danni superiori ai vantaggi.
Ma come è possibile che lo Stato non paga i titoli in scadenza?
Qualcuno reclamerà quei soldi?
E' semplice, pagare un titolo significa che il possessore, alla scadenza, si prende gli interessi ed anche il capitale investito, oppure decide di rinnovare il titolo per altri 10 anni.
In questo caso lo Stato scriverà su un pezzo di carta: "Titolo di Stato per 10 anni" e lo darà all'investitore. Rimane il debito, ma non ha speso nulla.
Ad un livello, che è detto aggregato, il debito dello Stato viene sempre rinnovato, non si riduce mai, lo Stato non lo ripaga mai.
Nel caso in cui il cittadino, invece, pretenda i suoi soldi e non voglia rinnovare il titolo. lo Stato scriverà su un altro pezzo di carta: "Titolo di Stato per 10 anni" e troverà un altro acquirente, dal quale prenderà il denaro da dare al primo della catena.
E così ogni volta.
Per pagare gli interessi, se non ha soldi in cassa li produce, creando un po' più di debito che creerà un po' più di ricchezza, che aumenterà il PIL, che aumenta le entrate, in un circolo virtuoso.
Che cosa accade se uno Stato decide di ridurre il suo debito o addirittura eliminarlo?
"Accade ciò che fu visto negli USA del presidente Clinton, che tentò di pareggiare i conti pubblici.
L'America di quegli anni riuscì a fermare l'espansione del debito pubblico, ma il risparmio dei cittadini crollò. Secondo la succitata equazione per cui più c'è debito di Stato più c'è risparmio dei cittadini, dando origine ad una crisi di indebitamento privato senza precedenti e che porterà poi al collasso dei mutui e delle carte di credito."
In sintesi, per azzerare il debito lo Stato dovrà tassare i cittadini più di quanto li arricchisce, perché non spende più.
E' sempre dimostrato quanto sia un'idea malsana.
Se lo Stato usa la spesa pubblica nel modo giusto, oculato, per scopi davvero comunitari, è il modo per arricchirla, è chiaro che se invece questa spesa non è fatta secondo questi criteri, il discorso cambia.
Ecco quello che è successo in Italia negli ultimi 60 anni: non è stato un errore spendere, è stato un errore lasciarglielo fare alle nostre classi politiche, per scopi, possiamo dire, esclusivamente personali.
Pertanto, quello che dovremmo realmente fare, è cambiare la classe politica, non fermare la spesa, controllare l'onestà dei nostri gestori, non lasciarci trascinare nel circolo dell'impoverimento, magari facendoci infinocchiare dall'Eurozona.
Ma questo è un altro discorso, ne parleremo più avanti.
Sta di fatto che oggi ci chiedono di ripianare un debito che non è il nostro, e che, oltre una certa misura, non siamo in grado, e sempre meno lo saremo, in grado di pagare.
Se provate per un momento ad immaginare uno Stato come il nostro, con le grandi risorse che ha, se le avesse gestite onestamente e bene, vi verrà facile pensare che oggi saremmo una delle nazioni più forti del mondo.
(continua)
fonte: Il più Grande Crimine di Paolo Barnard; adattamento di Mario Polidori
Nessun commento:
Posta un commento