venerdì 4 novembre 2011

Obama sì, Obama no, la "Terra" dei cachi.



di Mario Polidori

La crisi economica ha radici profonde, è stata piantata almeno 40 anni fa, era una pianta aliena di cui non conoscevamo la vera natura ed i frutti che avrebbe prodotto nel tempo, ma molto affascinante, si era presentata con la forma ammaliante di un futuro ai limiti della fantascienza.
Era un'avventura che tutti aspettavano di vivere, convinti della sua fatalità. Si è rivelata un rampicante infestante che dove si attacca fa morire l'ospite, avvolgendolo in una morsa dal quale nessuno è in grado di liberarlo. E l'ospite siamo noi, ne facciamo le spese tutti e dobbiamo rassegnarci a veder morire le nostre speranze di salvezza ed assumerci la responsabilità della scelta che abbiamo fatto. Ne fanno le spese alcuni capi di governo che, forse, sono davvero brave persone, salvo fare la figura degli sprovveduti. La massa che si muove scontenta investe tutto e non vuole sentire ragione, la colpa non è mai sua, c'è stata trascinata nel disastro e pretende di esserne tirata fuori, pur non sapendo come si possa fare.
Barak Obama era arrivato con il profumo del Messia politico, simbolo di un'inversione di marcia epocale, l'unico a potercela fare. Che sia una brava persona o meno, non ce la fa, il suo tempo è già stato deciso, in favore di qualcuno che sembra promettere di più e meglio. E non si comprende in base a che. Ciò che decide il nostro destino sono i potentati, non gli schieramenti politici, prima di buttare via qualcuno per responsabilità che non ha avremmo dovuto ormai imparare che l'unica strada, al limite, è la pazienza e la consapevolezza che il segreto della bacchetta magica siamo noi. Questo per noi, il coraggio per i nostri governanti. Non si esce dalla crisi con il consenso e senza morti, nella storia lo si è fatto con le rivoluzioni e con i morti, adesso lo si può fare pacificamente, ma sempre con i morti, è bene rassegnarsi a questa realtà. Ogni volta che cambiamo, abbiamo buttato via 4 o 5 anni di lavoro e dobbiamo ricominciare da capo. I sondaggi, i maghi della comunicazione ci stanno portando alla rovina, lo fanno ormai ad occhi chiusi, così come lo facciamo noi.
Niente politica, solo riflessioni, non sono un parente di Obama.

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