giovedì 10 novembre 2011

Morto il Re, Viva il Re.


di Mario Polidori

Non voglio aggiungermi alla schiera dei catastrofisti "propagandi" degli ultimi giorni di gogna mediatica, voglio semplicemente cercare di essere realista, e stavolta più del Re.
Come dicevo nei miei aggiornamenti, di fatto la situazione è di facile comprensione, nonostante la sua pericolosità. Sono più di dieci anni che si fa la corsa disperata ai parametri che ci consentirebbero di stare in Europa, e sono anni che non facciamo altro che accartocciarci su noi stessi, perché sperando in futuro migliore, e con temerario ottimismo, abbiamo giocato l'azzardo di curare la causa aspettando che l'effetto cessasse per opera e virtù dello Spirito Santo. Pezze su pezze che hanno messo in ginocchio il paese, soltanto per non mettere le mani su quel buco nero che si chiama INPS, che tutto fagocita e consuma. Troppo impopolare la sua riforma, nessuno dei nostri teatranti del cazzo la farà mai, governo naturale o tecnico che sia, impopolare all'inverosimile, chiunque perderebbe il consenso. Allora prendi questo, metti quello, ruba a destra, ruba a sinistra, fai così che se cresce il PIL ci mettiamo una pezza. Tutto possibile con la cara nostra vecchia lira. Quando non avevamo bilancio per pagare ne stampavamo un po', svalutavamo, non potevamo andare all'estero, volavano le esportazioni e stavamo bene a casa nostra. Facendo molto incazzare i popoli del nord. Con l'euro ci siamo giocati la possibilità di poter pagare facendoci allegramente i cazzi nostri, perché con l'euro se non li hai non li puoi stampare, li devi chiedere in prestito e nessuno ci darebbe più soldi.
Provate a pensare alla vostra azienda in crisi di liquidità, con problemi organizzativi e strutturali, che fa acqua  da tutte le parti, che va in banca a farsi prestare un po' di soldi!
Non è retorica, ma stavamo davvero meglio quando stavamo peggio. La scommessa europea ci sta uccidendo lentamente, i governi che possiamo darci non saranno in grado di salvarci ed il futuro si presenta davvero male. Spostare il problema su Berlusconi o su Bersani, non ci cambia la vita, nessuno, e ribadisco nessuno, di questi stronzi ha il buon animo di mettere le mani dove vanno messe, non saranno le elezioni, i governi tecnici o altro ad aggiustare le cose, ma il nostro buon senso. Perciò, smettiamola di dire e fare cazzate e chiediamo noi che, per pietà, sia fatto ciò che va fatto, popolare o impopolare che sia, prima di perdere tutto.

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