giovedì 24 novembre 2011

Possiamo farcela, leggete.

di Mario Polidori

L'ultima cosa che dovremmo sopportare, in una situazione così difficile e complessa, è il resistere degli schieramenti.
Le idee politiche di ognuno, quelle che un tempo aveva un senso avere, invece che accrescere la qualità del nostro pensiero, ormai impediscono le relazioni tra tutti, nonostante il destino sia comune.
Lo riscontro persino tra amici di infanzia.
Anche se quello che accadrà sarà affare di tutti, nessuno escluso, tranne i soliti ignoti.
E' una nostra caratteristica, persino quando ci siamo uniti in maniera più convincente, nella Resistenza, in fondo eravamo divisi, sia ancora schierati tra fascisti e partigiani, sia tra i partigiani stessi, ma quell'urgenza ebbe la meglio sugli interessi, le inclinazioni e i credo dei singoli.
Oggi, in questa situazione, si può non fare la guerra, si può far sentire la nostra voce con mezzi che un tempo non c'erano. Oggi internet è un mezzo che può risolvere anche i conflitti più importanti.
Per cominciare, cerchiamo di ridurre il conflitto tra noi, stabilendo un principio comune.
Lasciamo stare i complotti ed i motivi di questa crisi, prendiamo per buone le posizioni delle parti e riduciamole ad un solo quesito: vogliamo stare in Europa o no?
Nel pieno rispetto di chi vuole starci e di chi, invece, vorrebbe affrancarsene, dal momento che l'Italia è di tutti, lasciamo che le cose vadano avanti, ma controlliamole passo passo, con internet.
Se ciò che accadrà farà ricredere gli europeisti ben venga, faranno in tempo a far sentire la loro voce; allo stesso modo, se farà ricredere chi chiede la sovranità sulla nostra nazione ben venga anche questo, saranno in tempo anche quest'ultimi.
Mettiamoci tutti sotto un solo tetto, dove potremo esprimere il nostro consenso o dissenso in modo assolutamente civile e democratico, su tutte le questioni che si proporranno e facciamolo sapere da subito ai nostri governanti. Quel luogo dovrà essere tenuto da loro in considerazione senza possibilità di eluderlo.
Abbassiamo i toni ed esprimiamoci volta per volta con un voto, senza commenti o risse, qualsiasi sia il risultato lo accetteremo tutti, di buon grado o nostro malgrado.
Può essere una pagina, aperta, dove ci si iscrive per la votazione e subito dopo il risultato ci si cancella, ciò per evitare qualsiasi tipo di speculazione.
Gli daremo un nome neutro, potrebbe essere semplicemente Piazza Colonna, il nome della piazza vicina ai palazzi del governo, o altro.
Se recuperiamo il senso civico, dimostreremo che ancora esistiamo come persone, che abbiamo una dignità da difendere.
Non ci saranno bisticci tra culture o etnie, se volete possiamo anche registrare un profilo con un nome di fantasia, in modo che il voto sia segreto.
Sarà il nostro parlamento.
Non credo sia una cattiva idea, le urla che si sentono in giro in questi giorni, sono troppo isolate e così non hanno nessuna utilità, se non quella di farci litigare e farci sentire soli contro il mondo.
Facciamolo, chiediamo a tutti quelli che conosciamo di seguire questo esempio, faremo due righe per presentare il progetto, giusto due, perché è molto semplice.
Chi non vorrà farne parte sarà considerato astenuto, in qualche modo avrà partecipato anche lui, è una sua libertà.
Agorà, potrebbe essere un bel nome, Piazza forse evoca sempre lotte e risse, Agorà evoca invece il primato del pensiero.
Riusciamoci. Datemi un cenno di assenso e già entro domani potrebbe essere una realtà.
L'Agorà.
Con l'articolo diventa per antonomasia.
Non è male, ma si accettano proposte, senza risse, chiaramente. :-)

2 commenti:

  1. Sono in piena sintonia con cio' che hai scritto..io sono pronto .ciao Mario.

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  2. ciao, ho appena scritto uno stato su fb, con qualche istruzione di base. Grazie per la partecipazione. :-)

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